storia

Capitolo 5: Per un Battito d’Ali

C’era una zanzara che ronzava attorno al viso di Gewin. Erano dieci minuti ormai che tentava di concentrarsi sul suo lavoro, ma quella continuava a posarsi sul suo naso e a tornarci ogni volta che la allontanava.

Era da poco passato il tramonto e Gewin era appostato dietro ad un fascio d’erba ad osservare un’esemplare di farfalla dalle ali dai colori sgargianti che si illuminavano al buio.

Erano state avvistate in quella zona da alcuni escursionisti che erano in vacanza nella zona. I colori sgargianti li avevano incuriositi e dopo averle seguite per un po’ si erano accorti di essere davanti ad una specie molto rara che quasi nessuno riusciva a vedere da anni.

Si erano subito rivolti alla S.F.E.R.A. Salvaguardia per le Farfalle Estremamente Rare e Antiche.

Gwen lavorava con loro da ormai tre settimane. Aveva sempre amato le farfalle e non appena aveva ricevuto una borsa di studio per sei mesi di lavoro sul campo, aveva fatto le valige.

Il pensiero di lasciare Timmy a casa d solo a gestire quel vulcano che era sua mamma un po’ lo impauriva, ma fino ad ora sembrava andare tutto bene.

Prima di partire aveva raccontato a Timmy la storia della luna. Gli aveva detto di raccontargli le sue giornate e che lei le avrebbe a sua volta raccontare a Gewin.

Dagli aggiornamenti via lettera con sua mamma sapeva che Timmy lo aveva ascoltato e che ogni sera si affacciava alla finestra e parlava fino ad addormentarsi.

Voleva tanto bene al suo fratellino. Una peste e un rompi scatole, ma sempre tanto caro.

E così eccolo lì, rannicchiato dietro un fascio d’erba che gli faceva prudere il naso. Al suo fianco c’era Elvin, un tipo robusto con i capelli azzurri e un orecchino al sopracciglio che aveva sempre i vestiti strappati.

Lui e Gewin avevano da subito fatto amicizia. Condividevano lo stesso capanno insieme ad un altro ragazzo e due ragazze. Tutti lì per studiare le specie protette.

Le farfalle che stavano osservando si chiamava Regina Alessandra ed era una delle più grandi al mondo.

Era raro riuscire ad osservarla così da vicino e dovevano stare attenti a non farla scappare. Appena arrivati avevano fatto un corso per imparare a lavorare sul campo e gli avevano insegnato le tre regole principali da seguire: “Sono tre le virtù che imparerete in questi mesi. Forse all’inizio farete fatica, ma saranno un tesoro che vi accompagnerà per tutta la vita.  Silenzio, pazienza e rispetto sono coloro che dovete tenere sempre a mente” aveva detto miss Fedra.

Per questo motivo Gewin e Elvin erano rannicchiati da quasi un’ora, attenti a non far rumore o muoversi per paura di farla scappare.

Ogni tanto Elvin prendeva appunti sul suo taccuino, mentre Gewin finiva di disegnare il complicato intreccio delle ali della farfalla.

Mentre aggiungeva un tocco di blu non poteva far altro che pensare ai nuovi amici di Timmy, Roi e i suoi Figlioletti, che ormai erano diventati parte dei racconti di quasi tutte le lettere che sua mamma gli inviava.

Gli mancava tanto il suo fratellino, ma non poteva far a meno di pensare a quanto il suo lavoro nella riserva fosse importante. Senza persone come lui e i suoi amici, molte specie rare non sarebbero più esistite. Voleva che anche Timmy potesse osservare la meraviglia delle ali di quelle farfalle.

Dopo quella che sembrò un’eternità Gewin e Elvin tornarono al campo base con dieci pagine di informazioni scarabocchiate e un disegno che era la copia perfetta della farfalla.

Miss Fedra e gli altri si precipitarono subito a guardare i fogli e a preparare un tè caldo per farli scaldare dopo tutte quelle ore all’aperto.

La sera, quando tutto era tranquillo, Gewin prese il disegno che aveva fatto con tanta cura e si mise a ricopiarlo su un foglio nuovo. La mattina lo avrebbe inviato a Timmy e alla mamma e Timmy lo avrebbe sicuramente appeso in camera.

Era stata una bella giornata ed ogni giorno era sempre più contento di poter dare una mano nel suo piccolo.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *