storia

Capitolo 3: Ali di fata

Qualcosa stava luccicando. Sicuramente faceva parte del sogno che stava facendo. Era un sogno su un’automobile. Anzi no, era un cavallo. O forse era un monopattino. Di sicuro però, non c’era nulla che luccicava.

Eppure qualcosa stava luccicando e il luccichio stava diventando sempre più forte. Non voleva aprire gli occhi, ma la curiosità di scoprire cosa fosse era più forte della voglia di dormire.

Si stropicciò gli occhi e li aprì su una massa rosa. Capì cosa fosse quel rosa ancora prima di mettere a fuoco il volto che stava al centro di quella macchia di colore.

Lili lo guardava dall’alto con i lunghi capelli rosa che gli cadevano sul viso e le lentiggini attorno al naso.

Ecco spiegato il perché di quel luccichio. Lili era una fata e attorno a lei c’era sempre quella strana luce che attirava l’attenzione di tutti. Quello e la sua esuberanza.

“Sveglia dormiglione! Oggi è un grande giorno. Il sole splende, gli uccelli cantano e tua mamma ha preparato i pancake per colazione!” esclamò Lili con entusiasmo.

Lili era la sua migliore amica da quando ne aveva memoria. Era talmente parte della sua famiglia che entrava ad ogni ora del giorno per fiondarsi in laboratorio con sua mamma, oppure gli rubava la cioccolata. Nessuno si chiedeva cosa ci facesse in camera di Timmy di prima mattina o perché fosse sdraiata sul loro divano nel bel mezzo della giornata.

Quando Gewin era a casa i due non facevano altro che bisticciare perché volevano decidere cosa guardare alla tv. Non importava se Lili avesse una casa e un televisore tutto suo, diceva che il loro era migliore; quindi perché non restare?

Per questi motivi quella mattina Timmy non ci pensò un attimo a seguirla giù per le scale fino alla cucina.

Sua mamma era ai fornelli e su un piatto accanto a sé c’erano quelli che in teoria dovevano essere dei pancake, ma che dalla forma sembravano macchie di pittura.

Poteva essere un genio con le pozioni, ma quando si trattava di cucina non era una delle migliori.

Il tempo di sedersi a tavola e Lili aveva già iniziato a versare lo sciroppo d’acero sui pancake. Prima che potessero finire Timmy ne mise tre nel suo piatto e per non rischiare prese anche una manciata di fragole.

Era una fatina esile e dalle ali velate, ma certamente mangiava quanto un coccodrillo.

“Che programmi hai per oggi Lili? Io e Bill volevamo andare a fare una nuotata al laghetto. Voleva farmi sentire delle nuove canzoni” disse Timmy con la bocca piena.

“Oh sì, vengo anch’io al laghetto. Ho proprio voglia di fare il bagno. Il tempo sta iniziando a scaldarsi” rispose entusiasta Lili.

“Dovrei andare a raccogliere delle bacche per mia mamma; vuole fare la crostata per il compleanno di mia sorella. Posso raccoglierle sulla via del ritorno dal lago” continuò mentre riempiva il piatto con altri pancake.

“Non fate tardi, voi due. Devi aiutarmi con la legna per il camino stasera, giovanotto! Non credere di farla franca!” arrivò la voce di Yarla da una nube di fumo che si alzava dalla padella.

Timmy corse a versare dell’acqua su quello che rimaneva degli ultimi pancake mentre Lili apriva le finestre. “E tu vedi di non bruciare la casa, mamma. Ci andiamo già abbastanza vicini con le tue pozioni!” rispose Timmy dandole un bacio sulla guancia.

Per fortuna questa volta era riuscita ad arrivare quasi alle ultime porzioni prima di bruciare tutti gli ingredienti.

Una volta passati a prendere Bill, la strada verso il laghetto non è lunga. Il percorso era costeggiato dai cespugli di more che avrebbero raccolto al loro ritorno.

Bill stava ancora spiegando la storia dietro alla sua nuova melodia quando raggiunsero il lago. Il sole si rifletteva sull’acqua e creava dei disegni sulla superficie. Le chiome dei salici toccavano il pelo dell’acqua e sembravano non finire mai.

Bill trovò una roccia su cui sedersi e iniziò a suonare. Lili si buttò subito in acqua senza neppure togliersi i vestiti di dosso, mentre Timmy tolse le scarpe, piegò con calma le calze e la maglietta e li mise ai piedi della pietra di Bill. L’acqua era ancora fredda, ma Tmmy amava talmente nuotare e stare a galla nel lago che era disposto a soffrire un po’ pur di entrare.

Nuotò per alcuni minuti in silenzio, ascoltando la dolce musica di Bill, fino a che qualcosa non lo tirò sott’acqua.

Riemerse tossendo e buttando fuori metà dell’acqua del lago che aveva bevuto. Lili rideva e gli nuotava attorno schizzandolo.

“Questa me la paghi!” le urlò ridendo Timmy. “Aspetta che ti prendo!”

“Non riuscirai mai a prendermi, sappiamo entrambi che sono la più veloce a nuotare. Una bracciata e sono già un metro avanti a te” esclamò Lili mentre con una bracciata gli dimostrava che aveva ragione.

Dopo essersi rincorsi per tutta la lunghezza del laghetto, arrivarono sotto i salici (Lili con ben 15 secondi di anticipo su Timmy) i cui rami offrivano uno dei passatempi che più preferivano: fare da liane per tuffarsi in acqua.

“Insieme?” chiese Timmy stringendo la presa sul suo ramo e guardando il profilo di Lili.

Le ali bagnate avevano l’impressione di essere pesanti, ma Timmy l’aveva vista alzarsi in aria più veloce di un colibrì abbastanza volte da sapere che era solo apparenza.

Bill aveva smesso di suonare e ora li incitava saltellando sulla roccia dalla quale fino ad un attimo prima stava suonando.

“Al tre” rispose Lili “Uno, due, tre!”

Prese la rincorsa e sentì i piedi staccarsi da terra. Tutto il suo peso sospeso nell’aria per alcuni secondi, per poi cadere con un tofo nell’acqua fredda.

Riemerse dall’acqua e vide Lili ancora ferma nel punto in cui l’aveva lasciata che ridacchiava.

“Geronimooo!” esclamò lanciandosi quasi sulla testa di Timmy.

Bill ridacchiava dal suo posto tranquillo, Lili rideva come una matta e Timmy annaspava cercando di restare a galla.

Erano un trio strano per chiunque li vedesse dall’esterno. Tre persone con caratteri diversi e interessi scoordinati, ma in qualche modo quella loro diversità funzionava a tal punto che quando uno dei tre mancava, anche la gente se ne accorgeva.

Al ritorno, Lili e Timmy ancora gocciolanti dal loro bagno e Bill che ancora rideva di loro, si fermarono per raccogliere le bacche per la mamma di Lili.

Timmy era talmente stanco che non vedeva l’ora di rannicchiarsi sotto le coperte e guardare la luna. Prima però, aveva un bel po’ di legna da tagliare.

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